"E' la forza della vita che ci insegna a non mollare mai, anche quando sei sul punto di dire basta" AMBROGIO FOGAR
Tutti noi incontriamo
momenti che possono essere davvero difficili, dove siamo costretti a vivere
sofferenze che non sappiamo come affrontare senza vedere uno spiraglio di
uscita, o che e ci portano a sentirci soli al mondo e senza nessuno su cui
poter contare.
Può essere un lutto, una
malattia, una delusione amorosa, un momento di depressione, una brutta
esperienza. Può durare solo un momento o molto più a lungo, e in genere
riusciamo sempre ad uscirne, spesso più fortificati di prima, e magari
scoprendo che non siamo affatto soli. Il più delle volte realizziamo anche che
siamo stati fortunati, perché per qualcuno la sofferenza può durare una vita
intera.
Ad esempio dovremo
imparare dalle persone disabili cosa la nostra forza d’animo e la voglia di
vivere fino in fondo possono portarci a realizzare. Per loro anche le più
piccole azioni della vita quotidiana possono essere difficoltose e impegnative,
ma sanno sempre trovare il coraggio e la determinazione per dimostrare che
quando hanno un sogno, per quanto sembri irrealizzabile, lo sanno far diventare
realtà!
Prendete ad esempio Alex
Zanardi; era un grande pilota automobilistico, un incidente gli ha strappato le
gambe, ma non il suo spirito e la sua voglia di intraprendere nuove sfide, così
è tornato a guidare in auto, correre con l’handbike e soprattutto passeggiare
con suo figlio in spalla, la prima promessa che si è fatto appena uscito
dall’ospedale!
Oppure Beatrice “Bebe”
Vio; è una ragazza che ha perso mani e piedi dopo una grave meningite, ma non
la voglia di tornare a tirare di scherma, e ora la punta della nazionale
paralimpica di fioretto.
E cosa dire di Nick
Vujicic? è nato senza braccia e senza gambe, fin da bambino era convinto che la
sua vita non potesse mai avere un senso. La sua fede e la sua personalità lo
hanno salvato e sono diventate un esempio per molti, tanto che ora gira il
mondo tenendo conferenze come speacker motivatore. Anche la sua vita privata è
molto felice: è sposato ed è papà di un bellissimo bambino.
Per la gente della nostra
generazione invece la storia di Ambrogio Fogar è meno conosciuta: nessuno
di noi prima di aver letto questa frase sapeva bene chi fosse.
Nelle suo biografie è
scritto che è stato paracadutista, pilota di aerei acrobatici, navigatore,
esploratore, pilota automobilistico, ma anche scrittore, giornalista, conduttore
televisivo. Leggendo le sue imprese però il termine avventuriero è quello che
meglio rappresenta quello che è stato veramente nella sua intensa vita: questo
desiderio di continue emozioni lo ha portato a compiere le più complesse
navigazioni del globo, a viaggiare in solitaria nella catena Himalaiana e nei
ghiacci polari, a correre nei rally raid più celebri.
Molte volte la sua vita è
rimasta appesa a un filo, ma il suo fisico e la fortuna gli hanno sempre
permesso di rialzarsi e ripartire, fino all’ultimo tragico incidente in auto
durante il raid Pechino Parigi, che gli provoca una frattura cervicale che lo
immobilizza completamente.
Il grave handicap gli
toglie la possibilità di muoversi e respirare autonomamente, ma non quella di
sognare, tanto da permettergli di girare ancora per tutta l’Italia in barca a
vela per una campagna in favore delle persone disabili costrette a vivere in
carrozzella. In cuor suo però il sogno più grande è quello di poter tornare a
camminare.
"Io resisto perché
spero un giorno di riprendere a camminare, di alzarmi da questo letto con le
mie gambe e di guardare il cielo", ha scritto in uno dei suoi libri,
perché quel cielo con le nuvole sempre ferme dipinto sul soffitto della sua
stanza non gli bastava.
Proprio attraverso i libri
ha continuato a comunicare con il mondo negli ultimi anni della sua vita, fino
alla sua morte nel 2005. La sua ultima preoccupazione era quella di venire
dimenticato, ma questo non succederà mai: in cielo brilla una stella che porta
il suo nome Ambrofogar Minor Planet 25301.
"È la forza della
vita che ti insegna a non mollare mai anche quando sei sul punto di dire basta.
Ci sono cose che si scelgono e altre che si subiscono. Nell’oceano ero io a
scegliere, e la solitudine diventava una compagnia. In questo letto sono
costretto a subire, ma ho imparato a gestire le emozioni e non mi faccio più
schiacciare dai ricordi. Non mi arrendo, non voglio perdere".
Quanti tipi di coraggio ha
dimostrato a se stesso e al mondo? Il coraggio di partire per le sue avventure,
il coraggio di rialzarsi dopo ogni caduta, il coraggio di dare ancora un senso
ad una vita nell’assoluta immobilità che può sembrare solamente una continua
sofferenza.
Anche nei nostri paesi
possiamo trovare esempi di storie come queste, lontane dal mondo dei mass media
ma non per questo meno intense.
Può costarci una bella
dose di coraggio, ma proviamo ad imparare da loro ad apprezzare quanto di più
positivo la vita può offrirci, e forse capiremo che l’unico vero handicap che
può limitarci è quello di avere un atteggiamento troppo negativo.
Buon coraggio a tutti!
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