giovedì 11 dicembre 2014

FIACCOLATA 2014 - La tappa dell'AC di Molvena&Pianezze

"E' la forza della vita che ci insegna a non mollare mai, anche quando sei sul punto di dire basta" AMBROGIO FOGAR



Tutti noi incontriamo momenti che possono essere davvero difficili, dove siamo costretti a vivere sofferenze che non sappiamo come affrontare senza vedere uno spiraglio di uscita, o che e ci portano a sentirci soli al mondo e senza nessuno su cui poter contare.
Può essere un lutto, una malattia, una delusione amorosa, un momento di depressione, una brutta esperienza. Può durare solo un momento o molto più a lungo, e in genere riusciamo sempre ad uscirne, spesso più fortificati di prima, e magari scoprendo che non siamo affatto soli. Il più delle volte realizziamo anche che siamo stati fortunati, perché per qualcuno la sofferenza può durare una vita intera.
Ad esempio dovremo imparare dalle persone disabili cosa la nostra forza d’animo e la voglia di vivere fino in fondo possono portarci a realizzare. Per loro anche le più piccole azioni della vita quotidiana possono essere difficoltose e impegnative, ma sanno sempre trovare il coraggio e la determinazione per dimostrare che quando hanno un sogno, per quanto sembri irrealizzabile, lo sanno far diventare realtà!

Prendete ad esempio Alex Zanardi; era un grande pilota automobilistico, un incidente gli ha strappato le gambe, ma non il suo spirito e la sua voglia di intraprendere nuove sfide, così è tornato a guidare in auto, correre con l’handbike e soprattutto passeggiare con suo figlio in spalla, la prima promessa che si è fatto appena uscito dall’ospedale!
Oppure Beatrice “Bebe” Vio; è una ragazza che ha perso mani e piedi dopo una grave meningite, ma non la voglia di tornare a tirare di scherma, e ora la punta della nazionale paralimpica di fioretto.
E cosa dire di Nick Vujicic? è nato senza braccia e senza gambe, fin da bambino era convinto che la sua vita non potesse mai avere un senso. La sua fede e la sua personalità lo hanno salvato e sono diventate un esempio per molti, tanto che ora gira il mondo tenendo conferenze come speacker motivatore. Anche la sua vita privata è molto felice: è sposato ed è papà di un bellissimo bambino.

Per la gente della nostra generazione invece la storia di Ambrogio Fogar è meno conosciuta: nessuno di noi prima di aver letto questa frase sapeva bene chi fosse.
Nelle suo biografie è scritto che è stato paracadutista, pilota di aerei acrobatici, navigatore, esploratore, pilota automobilistico, ma anche scrittore, giornalista, conduttore televisivo. Leggendo le sue imprese però il termine avventuriero è quello che meglio rappresenta quello che è stato veramente nella sua intensa vita: questo desiderio di continue emozioni lo ha portato a compiere le più complesse navigazioni del globo, a viaggiare in solitaria nella catena Himalaiana e nei ghiacci polari, a correre nei rally raid più celebri.
Molte volte la sua vita è rimasta appesa a un filo, ma il suo fisico e la fortuna gli hanno sempre permesso di rialzarsi e ripartire, fino all’ultimo tragico incidente in auto durante il raid Pechino Parigi, che gli provoca una frattura cervicale che lo immobilizza completamente.
Il grave handicap gli toglie la possibilità di muoversi e respirare autonomamente, ma non quella di sognare, tanto da permettergli di girare ancora per tutta l’Italia in barca a vela per una campagna in favore delle persone disabili costrette a vivere in carrozzella. In cuor suo però il sogno più grande è quello di poter tornare a camminare.
"Io resisto perché spero un giorno di riprendere a camminare, di alzarmi da questo letto con le mie gambe e di guardare il cielo", ha scritto in uno dei suoi libri, perché quel cielo con le nuvole sempre ferme dipinto sul soffitto della sua stanza non gli bastava.
Proprio attraverso i libri ha continuato a comunicare con il mondo negli ultimi anni della sua vita, fino alla sua morte nel 2005. La sua ultima preoccupazione era quella di venire dimenticato, ma questo non succederà mai: in cielo brilla una stella che porta il suo nome Ambrofogar Minor Planet 25301.
"È la forza della vita che ti insegna a non mollare mai anche quando sei sul punto di dire basta. Ci sono cose che si scelgono e altre che si subiscono. Nell’oceano ero io a scegliere, e la solitudine diventava una compagnia. In questo letto sono costretto a subire, ma ho imparato a gestire le emozioni e non mi faccio più schiacciare dai ricordi. Non mi arrendo, non voglio perdere".
Quanti tipi di coraggio ha dimostrato a se stesso e al mondo? Il coraggio di partire per le sue avventure, il coraggio di rialzarsi dopo ogni caduta, il coraggio di dare ancora un senso ad una vita nell’assoluta immobilità che può sembrare solamente una continua sofferenza.

Anche nei nostri paesi possiamo trovare esempi di storie come queste, lontane dal mondo dei mass media ma non per questo meno intense.
Può costarci una bella dose di coraggio, ma proviamo ad imparare da loro ad apprezzare quanto di più positivo la vita può offrirci, e forse capiremo che l’unico vero handicap che può limitarci è quello di avere un atteggiamento troppo negativo.


Buon coraggio a tutti!

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